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La zampogna tradizionalmente suonata nella valle dell’Aniene è detta zoppa ed è uno dei due principali modelli di zampogna presenti nel Lazio (l’altro è detto a chiave). È costituita da un ceppo di raccordo troncoconico in cui si inseriscono quattro canne sonore di cui due canne melodiche e due bordoni. Il ceppo di raccordo ha la funzione di collegare tra loro le quattro canne e queste con l’otre di pelle di capra o pecora che costituisce la riserva d’aria dello strumento e che è di dimensioni molto grandi. Questo è ottenuto, con una particolare tecnica di scuoiatura, da animali adulti, dopodiché la pelle viene lavata e trattata con sale oppure sale ed allume di rocca e messa ad asciugare. Una volta asciutta la pelle viene legata in maniera da ottenere un sacco che nell’apertura del collo alloggerà il ceppo della zampogna e nell’apertura di una delle zampe anteriori l’insufflatore, dotato o meno di valvola di ritegno per l’aria. Proprio a causa delle sue dimensioni questo tipo di otre impone una tecnica di imbraccio simile a quella delle zampogne siciliane o calabresi. Sulle canne melodiche sono praticati dei fori per la modulazione del suono (cinque sulla canna dx, quattro su quella sx) e vari fori di intonazione Tra le due canne melodiche si ha un intervallo di quarta, mentre i bordoni producono la quinta nota della scala su cui è intonato lo strumento (per es. in uno strumento in Fa, canna dx MI-FA-SOL-LA-SIb(SI)-DO; canna sx bassa DO-RE-MI-FA-SOL, bordoni DO a distanza di ottava l’uno dall’altro). Questa organizzazione armonica dello strumento fa sì che ai due bordoni sia affidato il compito di realizzare un pedale su cui la canna destra svolge la funzione “melodica, mentre la canna sx svolge una funzione di accompagnamento armonico-ritmico della melodia.
Lo strumento conservato al Museo è stato costruito da Marco Tomassi.

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Zampogna

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