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L’organetto diatonico è uno strumento relativamente diffuso nella Valle dell’Aniene, che (assieme alla fisarmonica) ha assorbito e, con il tempo, ha esteso il repertorio degli strumenti della tradizione pastorale, come ad es. la zampogna (di cui ricalca l’impostazione armonica), decretandone il decadimento, in funzione anche della sua maggiore maneggevolezza e praticità d’uso. Quello a due bassi è il tipo più diffuso nella Valle. Esso è costituito da una cassa di legno, una tastiera con tasti in celluloide, un mantice in pelle e cartone ricoperto di stoffa, una cassa dei bassi con due tasti per i bassi e un tasto per lo sfiato dell’aria. Le ance sono “libere” in metallo. Sulla cassa è presente un pistone che permette di inserire una terza fila di ance che suonano all’ottava (bassa), rispetto alle file che suonano normalmente, detto “cambio voce”. Lo strumento conservato al Museo è un modello anteriore agli anni Sessanta del Novecento, della ditta Paolo Soprani di Castelfidardo.