immagini
testo
Il museo del Brigantaggio di Itri e quello di Cellere, nel Nord del Lazio, nascono dal desiderio di tributare un riconoscimento alla storia e alla cultura del Sud e del Nord del Lazio, un omaggio alla specificità di due territori che hanno conosciuto fenomeni laceranti di illegalismo, e che sono stati in modo significativo associati a personaggi che nel passaggio di quelle terre alla modernità ricevettero l’etichetta di briganti.
A sud, Itri, patria di Fra’ Diavolo, a nord Cellere, terra natale di Domenico Tiburzi. Due figure ad un tempo del tutto storiche e leggendarie. Due protagonisti sin dall’epoca delle loro imprese dell’immaginario collettivo che non hanno smesso di rimanere tali anche ai nostri giorni. Anzi la loro vitalità simbolica nel tempo – è facile documentarlo – sembra essersi accresciuta.
La prospettiva antropologica intende porsi come capacità critica che si esercita non solo nella lettura delle fonti ma anche nell’esame delle dinamiche contemporanee che trasformano in patrimonio di identità comunitaria un brigante locale. Dinamiche che hanno visto l’entrata in campo, in modo rilevante e secondo intenzionalità distinte, di soggetti diversi, come enti locali, agenzie, imprese. Una speciale segnalazione meritano, a riguardo, gli storici e gli studiosi locali. A loro si deve il recupero di fonti inedite e un trattamento conoscitivo e affettivo delle vicende legate al brigantaggio.
Il Museo demoetnoantropologico del Brigantaggio di Itri e il Museo del Brigantaggio dii Cellere comunicano una visione processuale e contestuale del patrimonio che chiama ad una più stretta collaborazione antropologi e storici e che è antidoto ad una storiografia approssimata, ad una letteratura mediatica spesso essenzialista e generalizzante.
audio
Due musei del brigantaggio nel Lazio