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L’ottava rima a Latera

È questa un’arte popolare dei contadini e pastori dell’Italia Centrale, che cantano su una linea melodica piuttosto scarna versi poetici in ottava rima composti in modo estemporaneo. Un tempo numerosi e richiesti, dalla Lucchesìa agli altipiani d’Abruzzo alle maremme tosco-laziali, i poeti a braccio che ancora resistono (tra cui anche molti giovani) rappresentano gli epigoni d’una tradizione unica, per durata e resistenza, nella storia della nostra letteratura. Un genere poetico che sopravvive nella tradizione orale e che attinge a piene mani (anche se sempre meno) alla letteratura poetica scritta, soprattutto ai grandi poemi cavallereschi come l’Orlando Furioso e la Gerusalemme Liberata, ma anche alle Bucoliche e alla Pastoral Siringa. L’ottava rima cantata a piena voce nelle osterie, nelle frasche e nei contesti festivi è poi sempre stata occasione di riflessione sulle vicende storiche e politiche della contemporaneità e sulle condizioni sociali e umane dei vari paesi