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  • panoramica della sala dei contadini, allevatori e pastori

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I contadini possedevano poca terra e quella che lavoravano apparteneva per lo più ai grandi proprietari, tra i quali la Chiesa. I rapporti erano di colonìa, alla metà o alle tre: alla raccolta, metà o un terzo del prodotto spettava al contadino e il resto andava al proprietario. Chi ‘possedeva solo la vanga’, doveva affidarsi ai vaccari (bovari o butteri) che possedevano i buoi e l’aratro e venivano anche da altri paesi.

A Riofreddo i terreni lavorativi, pochi e soprattutto di montagna, erano coltivati a grano, farro, orzo, biada e fave. Altri prodotti erano patate, cipolle e aglio, fagioli (famosi i cionconi); alcune vigne erano piantate nei terreni più soleggiati, l’olivo era completamente assente. Uno dei momenti culminanti della vita agricola, dal punto di vista produttivo e comunitario, erano la mietitura e la trebbiatura del frumento.

Le bestie erano un bene prezioso e per questo motivo le stalle erano tutte esposte al sole. C’era chi possedeva buoi e vacche per lavorare la terra o per il traino, e chi le allevava per il latte e la carne. Tra i proprietari di animali e pastori o allevatori, si stabiliva un contratto (sòcceta), che localmente si basava su un accordo orale, il soccio maggiore che aveva i mezzi e il soccio minore che si prendeva cura delle bestie. Come succedeva per la terra, tutto veniva diviso alla metà: prodotti, spese, ecc. e, alla fine di un periodo di tempo concordato, i due socci dividevano tra di loro anche i capi di bestiame.

Oggi i pastori e gli allevatori ancora attivi allevano bovini, pecore, capre. Si producono ancora ricotta e formaggio. Si allevano anche maiali allo stato brado e, in alcune famiglie, si lavora ancora il maiale, i cui prodotti sono parte fondamentale della alimentazione locale.

Oltre alla visione delle sale dei contadini, allevatori e pastori, è possibile ascoltare delle interviste ad alcuni membri della comunità, effettuate dall’antropologa Paola Elisabetta Simeoni, riunite in una raccolta dal titolo Quando i tempi erano duri.

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E' acqua passata
Io mi chiamo Teresa Conti
Prima la vita era tribbulata