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Questo tipo di calzature di cuoio venivano utilizzate in genere durante il lavoro, per proteggere il piede da terreni particolarmente difficili. Tutt’intorno alle suole e al tacco sono presenti bullette di metallo. Gli esemplari custoditi nel Museo sono della prima metà del XX sec. Pur richiamandosi alla “civiltà contadina”, il museo – difatti – raccoglie anche elementi che esulano dall’ambito agro-pastorale e che rinviano alle trasformazioni che hanno investito a più riprese la Valle dell’Aniene, svelando il complicato intreccio tra cultura contadina, pastorale, artigiana e operaia. Gli scarponi, esposti su un’isola di sassi che ne evoca l’ambiente lavorativo, sono collocati nella sezione dedicata ai minatori, fenomeno peculiare della recente storia di Roviano, in cui si racconta un’attività
che ha connotato la vita di molti abitanti della Valle, ad iniziare dalla costruzione della linea ferroviaria Roma-Pescara, alla fine dell’Ottocento, fino alla realizzazione dell’autostrada negli anni Settanta.
[nn. 627, 628]