immagini


  • arco di S. Caterina

testo


Il lavoro dello scalpellino e del marmista è ben attestato nel borgo di Riofreddo da una moltitudine di opere lapidee, quali portali, stemmi, soglie, cornici di finestre, scale. Lo scalpellino era spesso anche un artista, come è testimoniato dai rilievi finemente cesellati presenti sui portali e sugli stemmi. La sua abilità risiedeva nel riuscire a scegliere la pietra più adatta al determinato scopo e sapere come tagliarla nel modo più idoneo. Un’abilità che era ritenuta importante non meno delle peculiari doti artistiche, perché permetteva di evitare lo spreco di un materiale considerato di pregio. Gli scalpellini furono numerosi nel corso dei secoli a Riofreddo; il più famoso fu il maestro Del Sole, il quale lavorò anche alla chiesa di S. Nicola.

Oltre ai numerosi portali, un esempio rilevante dell’attività di questa professione è costituito dall’arco di Santa Caterina, la monumentale porta di accesso al borgo di Riofreddo realizzata con blocchi di calcare bugnati.

Gli scalpellini non si limitavano solo a costruire opere per l’edilizia, ma anche tutta una serie di manufatti per l’uso più disparato: mortai, pestelli, macine, vasche e vaschette, abbeveratoi per animali e canali di scolo.

Gli attrezzi esposti al museo sono: una martellina, strumento per sgrossare la pietra da lavorare; una bugiarda, per ottenere il bocciardato, tecnica di lavorazione che crea un effetto rustico solitamente utilizzata come antiscivolo; un maleppeggio; una martellina da selciato.