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Vitigno non iscritto al Registro nazionale delle varietà di vite

La formazione del nome dei vitigni prende origine in epoca antica, a partire dagli scritti di Plinio, per poi svilupparsi definitivamente tra il XII e il XIII secolo. I nomi più diffusi per i vitigni sono quelli che si associano alla percettibilità sensoriale dell’uva o del vino, come il colore, il sapore o l’odore; per poi passare ai nomi che identificano le caratteristiche morfologiche del grappolo o degli acini come la forma o le dimensioni; o della produttività della pianta; fino ad arrivare al caso di questa varietà di uva, che deve il suo nome al luogo d’origine.
Riscontrato nella memoria dei contadini dei Castelli Romani, nel versante appio, questo vitigno sembra essere qui molto conosciuto, si sostiene infatti che “[…]si piantavano intere vigne a Terra Promessa!”. Quello che non ci è dato conoscere, visto che il vitigno non risulta iscritto al Registro nazionale delle varietà di vite, è se sia una pianta originale a sé stante o semplicemente, come qualcuno ipotizza, un sinonimo del vitigno Uva di Gerusalemme o Nehelescol. Questa particolare uva viene citata nelle fonti antiche, che ci narrano di un enorme grappolo, proveniente dalle terre di Canaan, tanto lungo che per essere trasportato furono necessari Caleb e Giosuè, uomini forti e valorosi inviati da Mosè.[1] La particolarità di questo vitigno è appunto quella di produrre grappoli della lunghezza superiore al metro, caratteristica questa che sembra però essere in conflitto con l’uva descritta dai nostri vignaioli, che non possedeva questa proprietà. Qui l’origine del nome sembra essere legata più alla promessa di ottenere la terra fatta ai contadini dei Castelli Romani durante le riforme agrarie dei primi decenni dello scorso secolo. Rileviamo e segnaliamo questa incertezza, affinché nasca la volontà di una futura ricerca e di un chiarimento definitivo sull’origine etimologica e varietale di questo vitigno.

 

[1]Anna Schneider, Mostri o Meraviglie? Uve tra storia e mito, in L’angolo della vigna, OICCE TIMES Rivista di enologia, Numero 52, Anno XIII, Asti, Autunno 2012, p. 63.

 

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