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Vitigno non iscritto al Registro nazionale delle varietà di vite
Il Tor de’ Passeri è un vitigno di origine incerta, la cui esistenza mitica è narrata a Marino per tradizione orale. Gli anziani vignaioli di quest’area raccontano che Marcantonio Colonna, nel 1571, al ritorno dalla vittoriosa battaglia di Lepanto contro i Turchi, decise di ricompensare i reduci di quella battaglia con un pezzo di terra, e destinò loro a tal scopo i terreni intorno ad una torre, conosciuta localmente come Tor de’ Passeri. I combattenti, vignaioli marinesi temporaneamente prestati al servizio militare, avevano però l’obbligo di impiantare in quei terreni dei vigneti, allevandovi un vitigno che già era presente in quella zona e dalla quale aveva preso il nome, appunto il Tor de’ Passeri. I vignaioli avevano l’obbligo inoltre, di consegnare la quarta parte del prodotto, come tassa, ai Colonna, al tempo nobili romani e signori di Marino. L’uva veniva consegnata nel cantinone situato sotto il Palazzo Colonna (oggi sede del Comune di Marino), nei seminterrati del quale erano presenti delle cisterne realizzate con mattoni di terracotta, utilizzate per la lavorazione del vino. Il Tor de Passeri è descritta come un vitigno poco produttivo e probabilmente per questo caduto in disuso o espiantato, ma che, come affermano i nostri testimoni marinesi: “fa un vino che si differenzia da tutti gli altri vini”; e ancora: “un vino magro, magro, rosso, però è bono, bonissimo… un bel bicchiere di vino magro!”
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Tor de passeri